Quando di parla di integrazioni tra applicazioni o plug-in si pensa subito alla API che implica la conoscenza di linguaggi di programmazione e codici. Anche se alcuni software hanno semplificato le integrazioni via codice (per esempio il CRM Ontraport), per chi non ha familiarità con i linguaggi di programmazione questo sistema rappresenta più un limite che un’opportunità.
Si stanno però sviluppando sempre di più dei software cosiddetti “connettori” o app connector, ovvero piattaforme online che consentono in maniera (più o meno) semplice di integrare diverse applicazioni e automatizzare molte operazioni in genere svolte in modalità manuale.
Proprio in questa categoria rientra Zapier, strumento di automazione online in modalità Saas (Software as a service) che permette di integrare più di 1000 app, creando automazioni per i task ripetitivi senza bisogno di scrivere codici o rivolgersi ad un programmatore.
L’efficacia del suo servizio lo rende un ottimo strumento per aumentare la produttività e questo lo ha portato a passare da 0 a 600 mila utenti nei primi 3 anni di lancio.
La sua caratteristica principale come abbiamo già accennato è la possibilità di integrare diverse app senza ricorrere all’uso di codici di programmazione o di avvalersi di un programmatore professionista e questo lo rende uno strumento vantaggioso soprattutto per piccole e medie aziende che hanno poco budget a disposizione da poter investire per pagare altri professionisti.
Questo tool si dimostra molto utile in particolare per quei software e applicazioni che non hanno estensioni o plug-in che permettono di interfacciarsi con altri software, ma che possiedono comunque delle API poiché Zapier si presenta tecnicamente come un “interprete” di API.
Lo scopo principale di Zapier infatti, è quello di integrare e connettere diverse applicazioni insieme e di automatizzare al massimo il flusso di lavoro, per fare in modo che l’utente possa focalizzarsi sulle operazioni più importanti per il buon andamento del business; infatti questo servizio permette ad applicazioni come Gmail, Facebook, Google, Slack, e altri di poter condividere tra loro i dati.
Come detto prima, stanno nascendo molti software app connector, ma nonostante questo Zapier resta l’applicazione più popolare al momento, soprattutto per via della sua semplicità di utilizzo e la compatibilità con molti software in particolare con i software CRM.
Attraverso l’utilizzo di questo tool è possibile per qualsiasi sito web o e-commerce automatizzare molte delle attività ripetitive e che portano via tempo prezioso. Le attività che è possibile automatizzare attraverso questo software sono molteplici e anche le piattaforme che è possibile collegare sono diverse: sito web, blog, e-commerce, social media. Si potrà così per esempio salvare in automatico gli allegati o l’intero contenuto di una mail in Gmail in una cartella di Dropbox o Google Drive; postare sui social un articolo appena pubblicato sul sito di WordPress; aggiungere eventi su Google Calendar o Eventbrite e molto altro.
I flusso di lavoro (o workflow) di Zapier vengono chiamati ZAP dove per Zap si intende l’intera operazione programmata, per esempio “salva gli allegati delle mail in Drive”. Uno ZAP si compone di due parti chiamate rispettivamente: Trigger e Action.
Per Trigger si intende l’evento con il quale inizia uno Zap, per esempio riprendendo l’esempio precedente, l’arrivo di una mail con degli allegati; mentre l’Action è l’evento (o azione appunto) che segna la conclusione dello Zap, in questo caso il salvataggio dei file allegati e il loro spostamento su Dropbox.
Vi sono poi i Task, ovvero la singola azione svolta da Zapier. Ogni singola condivisione di dati tra due applicazione è chiamata Task, per esempio se si è creato uno Zap che include la creazione di nuovi contatti per Google, ogni nuovo contatto creato verrà considerato un Task. Ogni Zap può comprendere Task multipli.
Zapier inoltre mette a disposizione dell’utente degli Zap già impostati, così da facilitare l’impostazione del lavoro soprattutto durante i primi utilizzi e fornire all’utente degli zap già impostati e collaudati, oltre a proporre gli Zap più popolari per suggerire integrazioni a cui magari non si era pensato.
La piattaforma è intuitiva e semplice da usare, oltre a guidare l’utente durante il processo di integrazione con le diverse applicazioni. Come detto prima, Zapier suggerisce degli Zap che è possibile utilizzare così come vengono proposti, oppure apportare modifiche per adattarli al proprio business e alle proprie esigenze.
Le versioni a pagamento consentono di accedere anche agli Zap multistep, che permettono di aggiungere passaggi e integrazioni con più applicazioni. In questo modo si possono collegare più applicazioni tra loro e automatizzare ancora di più i processi di lavoro.
Zapier si compone di 5 piani tariffari di cui uno completamente gratuito. Una volta creato l’account è possibile usufruire di 14 giorni di prova. Zapier consente la fatturazione sia annuale che mensile e permette inoltre di passare da un piano ad un altro senza particolari problemi, in caso di upgrade verrà “aggiustato” l’importo il mese successivo mentre in caso di downgrade il prezzo verrà modificato su base proporzionale sempre a partire dal mese successivo.
Vediamo ora nel dettaglio cosa prevedono i 5 piani di abbonamento e i relativi costi, considerando la fatturazione annuale:
PRO
CONTRO
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